Ho pianto per quasi tutte le pagine, ascoltando questo audiolibro. Attenzione, non immaginatemi in un mare di lacrime, quello che voglio dire é che ogni pagina ha colmato il mio cuore di emozione, l’aria non sempre trovava lo spazio per attraversare la gola, il naso ogni tanto mi pizzicava, i polmoni si sentivano stringere in una gabbia. La storia é semplice, di per sé. É la storia di Giovanni, o forse dovrei dire di Alice, Giacomo, Chiara, Giovanni e i due genitori Mazzariol. Giovanni nasce con un cromosoma in più e suo fratello Giacomo ci racconta che cosa ha significato per lui e la sua già numerosa famiglia questo nuovo arrivo. Lo racconta con il candore e la freschezza di un ragazzo di 19 anni, con la spudorata sincerità di chi é ancora in crescita ma é anche già un uomo, a cui la vita ha insegnato ad essere responsabile prima del tempo. Lo racconta senza retorica, senza nascondere i momenti in cui Giovanni è un fratello “scomodo” da avere, troppo impegnativo, logorante, sconvolgente.
“Il punto, Giacomo, è che Giovanni è Giovanni. Non la sua sindrome. Lui è sé stesso. Ha un carattere, dei gusti, dei pregi e dei difetti. Come tutti noi. Non ti abbiamo mai detto della sindrome perché noi stessi non pensiamo a Giovanni in questo modo. Non è la sindrome , – e fece le virgolette con le dita, – che occupa i nostri pensieri, ma Giovanni”.
Ne hanno fatto anche un film, e allora vedi, mi dico, mica sono l’unica ad averlo trovato ‘speciale’ questo libro. Eppure mi interrogo sul perché mi abbia emozionata a tal punto, e ho tante spiegazioni: innanzitutto Giacomo, che scrive, e che esulta per il ‘pareggio’ quando i genitori annunciano la quarta gravidanza, é il secondo di tre, in mezzo tra una sorella grande e una piccola. Come il mio Dragon. Non desideriamo un quarto figlio, ma la possibilità che una tale situazione possa toccare la nostra famiglia mi ha fatto sentire vicina ai genitori Mazzariol. Se riuscissi a insegnare ai miei figli ad amare prima di tutto, al di là delle diversità e delle difficoltà, se anche solo uno dei miei figli fosse a 19 anni maturo come Giacomo, l’autore, sentirei di aver fatto qualcosa di buono.
“Nella vita ci sono cose che si possono governare, altre che bisogna prendere come vengono. E’ talmente più grande di noi, la vita. E’ complessa, ed è misteriosa… L’unica cosa che si può sempre scegliere è amare. Amare senza Condizioni. Mamma mentre lo diceva aveva gli occhi che luccicavano: lei ha sempre questi occhi pieni di stelle quando parla della vita.”
Giovanni poi, é il nome di mio fratello, evocativo quanto basta.
Giovanni, in ultimo, mi ricorda tanto Jack, fratello ‘speciale’ di un caro amico della mia gioventù, ora cofondatore della onlus Condivivere (Condivivere Onlus) Questo libro mi ha ricordato i miei momenti di meraviglia, di stupore e anche di imbarazzo di fronte a Jack, che sapeva farmi sentire inadeguata più di quanto già non mi sentissi a 19 anni. Lo faceva in modo diverso da quello di tutti gli altri, con affetto e con il sorriso.
Un libro da leggere, e da far leggere nelle scuole, agli adolescenti, a tutti coloro che si trovano a che fare con la disabilità, e a tutti coloro che sul loro cammino la incontreranno solo per caso, perché capiscano che non c’è un modo giusto o uno sbagliato di rapportarsi, e perché sappiano che i comportamenti meno nobili non sempre e non per forza ti rendono cattivo o crudele, ma solo splendidamente umano. Lo consiglio vivamente.
Condivivere Onlus nasce da un gruppo di genitori “di persone disabili spinto dal comune desiderio di sviluppare percorsi di autonomia, attivando progetti che mirano a costruire, già dalla prima infanzia e nei diversi contesti (casa, scuola, tempo libero, lavoro,…), un futuro degno e di qualità per i propri figli, nel rispetto delle loro originalità, della loro volontà e all’interno di contesti fortemente inclusivi e non segreganti, lontani da un’ottica di tipo assistenzialistica”.