Il self-talk o l’arte di parlare a sé stessi

Oggi nel coaching si parla molto di ‘priming’, ovvero della capacità di avere accesso ed attivare le proprie risorse interiori. Saper dialogare con sé stessi è fondamentale e non così scontato come potrebbe sembrare. Il riscontro rischia di essere paradossalmente opposto rispetto all’intenzione che diamo alle nostre parole.

Più che il contenuto, sono infatti la struttura e la forma della frase che possono davvero influenzare la nostra mente e il modo che abbiamo di reagire alle parole.

I pensieri sorgono e scompaiono e non possiamo pensare di controllarli tutti. Si sovrappongono come in una stratificazione di sapori e dobbiamo imparare a lasciarli andare, senza giudicarli né giudicarci.

Io ho sempre parlato da sola, non è una novità. Quando ero ragazzina parlavo allo specchio, senza che nessuno me l’avesse insegnato. Non ricordo cosa dicessi, ma di certo avevo nella me riflessa una grande amica, sempre fedele e presente quando avevo bisogno di sentirmi ascoltata. Il coaching insegna che l’atteggiamento positivo che è bene avere verso gli altri, verso il mondo e le cose che ci capitano nasce da un allenamento, da una consapevolezza che si matura giorno dopo giorno.

Gli eventi esterni non si possono cambiare, ma il nostro sguardo verso quegli stessi eventi sì. Dal nostro modo di pensare dipendono le emozioni che proviamo rispetto alla vita, e dalle emozioni dipendono le nostre parole e le nostre azioni. Parliamoci di più, facciamoci delle domande, diventiamo padroni della nostra vita a partire dalle opinioni e dalle considerazioni che condividiamo con noi stessi.

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