I nostri primi 20 anni

Il 20 luglio di 20 anni fa mettevo piede su un treno pensando di tornare dopo 3 settimane e invece da quel viaggio non sono mai tornata.

Un incontro in un bar notturno, ricordi sfasati dai fumi dell’alcool, eravamo giovani, belli, liberi. Ci siamo parlati in 3 lingue e ci siamo dovuti scambiare i documenti per dimostrarci che sì, eravamo italiani tutti e due.

Questi 7300 giorni che ci separano da allora ci hanno plasmati goccia dopo goccia. 

Ogni ruga che abbiamo, ogni acciacco fisico, ogni capello bianco ha il sapore di tutto quello che abbiamo attraversato insieme, dei dolori convissuti, delle difficoltà, dei momenti di spaesamento e di dubbio e di quelli di solidità e certezze. 4 anime nuove portano il nostro DNA, un po’ del tuo sarcasmo e della tua curiosità, un po’ dei miei occhi e della mia sensibilità.

Non so in che parte del nostro libro siamo, so che l’incontro con te mi ha regalato una saga avvincente, la storia di due giovani europei un po’ incoscienti e fortunati, affamati di mondo e fiduciosi che qualunque cosa accada, insieme ce la si fa.

Tanto di chi eravamo, oggi è profondamente diverso: mangiavamo esseri viventi a cui piacciono le coccole, giravamo zaino in spalla per i confini di Siria, Iran, Iraq, Armenia su mezzi di fortuna e con compagni di viaggio che sparivano come meteore, chiacchieravi di sera con tassisti di Khartoum e io mi fidavo nella Medina della Vecchia Tunisi a salire le scale con un venditore di piatti.

Tutto quel che abbiamo vissuto ha contribuito a fare di noi quel che siamo oggi, e nessuno potrà mai togliercelo:

Quella paura di morire nella vasca da bagno di un paese straniero in cui tu solo hai visto una testa uscire dal mio corpo e hai chiamato aiuto;

Quella soddisfazione di un’avventura imprenditoriale fatta di sacrifici, sensi di colpa e tanta tanta fatica, che se non avessimo tenuto duro avrebbe cambiato le nostre sorti;

Ogni piccolo, minuscolo passo avanti fatto dai nostri bambini verso lo stato di coscienza, prima in una vita a 3 di corsa, poi a 4 più disordinata, poi a 5 più strutturata, e infine a 6 più consapevole;

Tutte le ore di fronte ai computer, a studiare lavorare studiare (per me oggi non c’è differenza) e a guardare film in tutte le lingue del mondo;

Tutte le litigate e le delusioni e le assenze, perché la nostra unicità come famiglia, come coppia, come persone è comunque inserita in un mondo in cui tutte le creature sono interconnesse, le persone vivono problemi simili e lo stesso precario momento storico;

Tutto l’Amore. L’Amore che ancora oggi ci rende liberi, che ci permette di essere chi vogliamo essere, che ci spinge a volere sempre di più pur essendo gratificati e felici di dove siamo arrivati e della strada che stiamo percorrendo, ci permette di entrare in casa colmi di gratitudine. Così mi sento oggi, colma di gratitudine.

Buon quasi anniversario Sid. Tanto Amore.

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